ERRORI? SI, GRAZIE!


 

In un angolo tranquillo del Nord Europa, e precisamente in Finlandia, è nata diversi anni fà un’idea rivoluzionaria: dedicare un’intera giornata all’errore.

Sì, proprio a lui, l’indesiderato, l’imbarazzante, il rimosso fallimento, insuccesso o sbaglio

Si chiama Kansallinen epäonnistumisen päivä” - che tradotto in italiano significa - La Giornata Nazionale dell’Errore e si celebra ogni 13 ottobre.

🎓 DA DOVE NASCE?

Nel 2010, un gruppo di studenti dell’Università di Helsinki si rese conto di vivere in una società che idolatrava il successo, l’efficienza, la perfezione... e zittiva tutto il resto.
Così decisero di fare l’opposto: creare uno spazio pubblico e simbolico dove l’errore potesse esistere senza vergogna.

Da lì, la giornata è diventata un appuntamento nazionale. Partecipano imprenditori, insegnanti, artisti, studenti. Tutti con un obiettivo comune: raccontare un fallimento. Non per farsi compatire, ma per mostrare che l’errore è terreno fertile di crescita.

La Giornata del Fallimento è un'iniziativa che promuove una mentalità aperta all'innovazione e alla sperimentazione, incoraggiando le persone a non temere l'errore, ma ad accoglierlo come parte integrante del processo creativo e imprenditoriale

Più nel dettaglio mira a:

  • Normalizzare il fallimento: riconoscere che fallire è una parte inevitabile del percorso verso il successo
  • Incoraggiare l'apprendimento dall'errore: vedere il fallimento come un'occasione per riflettere, imparare e migliorare 
  • Sostenere la resilienza: superare la paura del fallimento e avere il coraggio di riprovare 

🧠 PSICOLOGIA DELL’ERRORE: PERCHÉ NE ABBIAMO COSÌ PAURA?

Il modo in cui trattiamo i nostri errori dice molto sul nostro benessere psicologico.

Viviamo immersi in una cultura che ci chiede di essere impeccabili.

I voti a scuola, le performance sul lavoro, i like sui social, le prestazioni sessuali, il nostro aspetto, perfino le relazioni devono sembrare sempre lucide, ordinate, “riuscite”.

In questo scenario, l’errore diventa un colpo alla propria identità.

E allora accade qualcosa di sottile, ma pericoloso: ci nascondiamo. Non sbagliamo meno, semplicemente smettiamo di raccontarlo. O peggio: ci convinciamo che chi sbaglia “non siamo noi”.

L’ERRORE, SE ACCOLTO, È UN ALLEATO

Evitare il dolore genera più sofferenza del dolore stesso!

L’errore, se ignorato, cresce come un’ombra. Ma se lo guardiamo in faccia, si sgonfia. E spesso… ci parla. Il fallimento fa' male, certo. Ma non è tossico in sé. Lo diventa quando lo viviamo come un’identità (“sono un fallito”) invece che come un episodio transitorio (“ho fallito in questo”).

Non si tratta di romanticizzare il dolore, ma di uscire dalla logica binaria successo/fallimento e iniziare a leggere le esperienze con sguardo più ampio e profondo.

Accogliere l’errore non significa giustificarlo, significa farci amicizia, e chiedergli: "Che cosa vuoi insegnarmi?"

Non è vero che chi non fallisce ha successo. Spesso, chi non fallisce mai è solo perché non rischia, non prova, non si espone. Fallire è, al contrario, un segno di coraggio, di movimento, di tentativi veri.

Ci sono moltissimi esempi di persone di successo nello sport, nell’imprenditoria, nella scienza, nell’arte che hanno raggiunto il successo dopo numerosi errori e battute d’arresto.   

💡 E SE LO FACESSIMO ANCHE NOI?

Perché non portiamo la Giornata dell’Errore anche qui in Italia?

  • Nelle scuole, per dire ai bambini che l’errore è ciò che succede quando tentiamo qualcosa che non conosciamo del tutto. Quindi, se sbagli vuol dire che ti stai muovendo, che stai tentando nuove strade, che stai crescendo ed esplorando
  • Nei luoghi di lavoro, per creare una cultura in cui si possa dire “non lo so” in una riunione o “ci ho provato, ma non ha funzionato”, per poi trovare insieme una soluzione efficace
  • Nelle relazioni, per concederci di dire “ho sbagliato, scusami”, per aprirci alla responsabilità di comprenderci meglio e crescere insieme
  • Dentro noi stessi, per ammorbidire il nostro giudice interiore che è spesso molto più severo di qualsiasi tribunale

🧩 UN ESERCIZIO PER COMINCIARE

Ti invito a fare questo piccolo esercizio:

  1. Scrivi su un foglietto l’errore che ancora ti fa vergognare
  2. Sotto, scrivi una cosa che hai imparato da quell’esperienza
  3. Poi strappa il foglio. O mettilo in una scatola degli “errori utili”
  4. Oppure – se ti senti coraggioso/a – raccontalo a qualcuno

Perchè.... far emergere e condividere gli errori è un atto di liberazione e di crescita collettiva!


 Dott.ssa Cocito Laura – Psicologa

Mindfulness Professional Trainer&Clinical Therapist - ACT Therapist® - 

Iscrizione Albo A Piemonte n.10414 

LaFenice.e.LaFarfalla